C’è stata una catastrofe. Due persone vivono l’una lontana dall’altra. La catastrofe ha prodotto un blackout tecnologico e per farle incontrare disponiamo solo di un caotico ammasso di oggetti: i frammenti delle loro vite. Come la scarpina di Cenerentola, gli oggetti sono al tempo stesso il segno dell’amore perduto e la mappa che può farli incontrare. Immaginando le connessioni – magiche o reali – tra questi oggetti, il bazar si trasforma, si elettrizza, s’illumina. Diventa la cartografia degli incontri possibili. E il mondo ricomincia a balbettare come un bambino che scandisce il suo abicì.
Per incontrarsi bisogna reinventare il mondo
Dopo essere stati schedati e fotografati all’interno di un tunnel, i partecipanti, muniti di coperte termiche, sono catapultati in una situazione surreale: un ammasso di rovine si erge dinanzi a loro come un totem minaccioso e sospeso nel tempo. Alcuni sorridono, incuriositi, altri non riescono a dissimulare un certo disagio. La catastrofe è però solo il punto di partenza. Il gioco comincia qui.
Oltre 500 persone hanno partecipato a Bazar Elettrico in Action: un’esperienza realizzata, dal 14 al 19 Novembre 2017, a Bari presso lo Spazio Murat dal collettivo Action30, in collaborazione con gli studenti del Liceo artistico “Pascali-De Nittis” e con gli ospiti minori e adulti del Progetto Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) di Bari. Che cosa accadrebbe se ripetessimo l’esperienza che, a cavallo degli anni ’20-’30 del secolo scorso, facevano André Breton e Alberto Giacometti nei mercati delle pulci di Parigi? Che significato avrebbe oggi tale esperienza, e che effetti produrrebbe su di noi?
Presi nella morsa tra i due conflitti mondiali, i surrealisti si aggiravano per la città alla ricerca di oggetti e altri indizi che facessero vibrare il desiderio indicando la strada verso l’amore e una nuova forma di legame sociale. Quando le certezze crollano, si può solo cercare tra le rovine la possibilità di un mondo diverso. Pensiamo a Cenerentola: la sua scarpina è il frammento privo di vita che parla della sua assenza, ma è anche l’oggetto carico di desiderio che rende possibile la sua ricerca.
In una situazione come quella attuale – caratterizzata dalla precarietà esistenziale e dalla crisi del legame sociale – Bazar Elettrico è il tentativo di condividere una passeggiata surrealista nel cuore della vita quotidiana: per evocare la magia degli oggetti e tracciare, attraverso un processo di creazione collettiva, la mappa degli incontri possibili.
Persone di tutte le età ed estrazioni, da sole, in coppia oppure in piccoli gruppi, sono partite dalla catastrofe per rimettersi subito in gioco. Come bambini hanno giocato, smontando e rimontando la realtà attraverso connessioni sempre nuove, e producendo il fragile miracolo di un’espressione al tempo stesso soggettiva e collettiva del desiderio.
Sotto la guida degli studenti del liceo artistico, trasformati in operai di una fabbrica nella quale la frammentaria materialità delle “cose” si concatenava con frammenti di “umano”, i partecipanti si sono emozionati guardando i giganteschi video di due ragazzi che si sarebbero persi o non si sarebbero mai incontrati; interagendo con questi video, si sono fatti toccare dalle loro vite, hanno cominciato a prendersene cura, e sono andati così alla ricerca, nel bazar, degli oggetti che avrebbero potuto farli incontrare o avvicinare; fotografati e stampati in diretta, gli oggetti selezionati hanno pian piano elettrizzato il bazar, componendo un vibrante ed eterogeneo montaggio di pensieri, ricordi, emozioni, storie reali o immaginate: un Crazy Wall, simile a quelli su cui i detective svolgono le loro indagini, che però non è servito a scoprire il colpevole di un delitto, ma a inventare i percorsi possibili attraverso cui i due ragazzi avrebbero potuto incontrarsi.
Nei tre giorni dell’evento, lo Spazio Murat si è trasformato in una macchina desiderante, che ha funzionato come un formidabile intensificatore di “possibili”: le centinaia di fogli, adagiati come farfalle sul muro dei desideri, sono la concreta testimonianza, al tempo stesso fragile e carica di potenza, che un mondo diverso è possibile.
L’idea di Bazar Elettrico in Action nasce dalla ricerca del collettivo Action30, culminata nel volume Bazar elettrico. Bataille, Warburg, Benjamin at Work. L’evento è stato co-prodotto con l’associazione TEDx Bari.